Un antico proverbio recita «mostrami il tuo giardino e ti dirò chi sei». E noi a La Darbia, queste parole le abbiamo prese alla lettera, realizzando un orto che più genuino non si può.
Quando la mattina incontro Giuliano nell’orto, intento a curare i pomodori, a piantare del basilico o a strappare le erbe infestanti, la mia giornata già si rasserena: sono proprio le piccole cose di ogni giorno, il contatto con la natura e i meravigliosi profumi che si propagano dalle aiuole il vero segreto della felicità.
Quella dell’orto, per noi italiani, è una tradizione antica e quasi sacra: lavorare la terra con dedizione, coltivare prodotti genuini per i propri cari, mettere a frutto la sapienza dei nonni è il risultato di mentalità onesta, frugale e salutista. Per molti ancora oggi l’idea di comprare la verdura al supermercato è inaccettabile: anche se i ritmi della vita moderna ci impongono dei cambiamenti, la cultura “biologica” è sempre stata nel nostro DNA… forse prima ancora che lo sapessimo!
D’altra parte cosa c’è di meglio che passeggiare tra file di ortaggi disposti con ordine e rallegrati da qualche fiore gentile?
Ci sono le melanzane dal colore intenso e dalla buccia lucente, il prezzemolo che cresce a mazzetti, i peperoncini dai colori sgargianti, le cipolle tanto preziose in cucina. Ma è il profumo del sedano che mi accoglie sempre appena varco il cancello del ristorante, un aroma intenso e inconfondibile, che mi riporta alla mia infanzia. Dall’aiuola delle erbe aromatiche, poi, si propagano odori avvolgenti: rosmarino, erba salvia, timo, maggiorana, dragoncello, erba cipollina e piantine di menta sono la mia gioia e, naturalmente, anche quella dello chef che sfrutta queste prelibatezze a Km 0.
Quando cala la sera, adoro sedermi a sorseggiare un bicchiere di rosé brut (quello prodotto da La Darbia, per intenderci) sotto il pergolato coperto di una varietà di zucchine rampicanti, che si sviluppano allegramente con una simpaticissima forma che ricorda le capriole dei bambini. E mentre chiudo gli occhi, sento il fragore dolce dell’acqua che sgorga allegra e limpida dalla fontana.
D’altra parte il clima mite del lago d'Orta aiuta certamente la produzione degli ortaggi: il sole fa maturare i pomodori di ogni varietà, la pioggia innaffia porri e cavoli, la brezza della sera fa ondeggiare le foglie di lattuga.
Anch’io che, lo confesso, non ho certo il “pollice verde”, amo stare nell’orto in ogni stagione, all’aria aperta ad osservare i germogli e le piantine che ogni giorno regalano primizie.
Cicerone, famoso autore latino, sosteneva che “se accanto alla biblioteca avrai l’orto, nulla ti mancherà”. Dunque il binomio tra orto e cultura era già evidente nell’antica Roma, al nutrimento spirituale si deve accostare un’alimentazione sana, abbiamo sempre bisogno di «cibo per il corpo» e «cibo per la mente».
La tradizione bucolica ci trasmette l’amore per la campagna, ci insegna che le fatiche agresti sono sempre ripagate da un senso di grande soddisfazione. Non è un caso che personaggi come Michelle Obama abbiano rilanciato questa tradizione, che insegna a prendersi cura delle piante, ma avvicina anche a una cultura alimentare più corretta e introduce a uno stile di vita che ci riconcilia con la natura.