La Darbia blog

Destinazione Monferrato

Testo di Claudia Femia

Mar, 26 settembre 2023
Destinazione Monferrato
credits: @bacc71_fotochiaro
  Mentre l’estate si affievolisce e lascia spazio alle tiepide giornate settembrine, un lembo di terra tra castelli, cantine e antichi borghi è la meta ideale per godersi l’autunno che comincia. @marcellomazzoleni Dolci colline dal profilo sinuoso si aprono davanti a noi. ..

 

Mentre l’estate si affievolisce e lascia spazio alle tiepide giornate settembrine, un lembo di terra tra castelli, cantine e antichi borghi è la meta ideale per godersi l’autunno che comincia.


@marcellomazzoleni

Dolci colline dal profilo sinuoso si aprono davanti a noi. Pendii tappezzati di vigneti, prati ancora verdeggianti, frutteti e campi di grano, alture sormontate da antichi castelli che ricordano un passato feudale. Siamo nel cuore del Monferrato, una regione storica con un panorama memorabile.

Il paesaggio di queste terre piemontesi è un prezioso gioiello che rientra nelle aree riconosciute dall’Unesco come patrimonio dell’umanità. Qui la mano dell’uomo ha forgiato e modificato l’ambiente donandogli un aspetto armonioso oltre che produttivo, unendo una cultura secolare al rispetto del territorio e alla bellezza dell’ambiente. Dalle sponde del Po fino alle alture degli Appennini, tra le città Asti e Alessandria, questo territorio che i Romani chiamavano “mons ferratus” è un susseguirsi di pievi romaniche, antichi borghi, campi coltivati e boschi.


@contratto1867

Si comincia con Canelli, il centro più importante della «terra dello spumante» dove ci attendono il Castello Gancia e le celebri cantine sotterranee, autentiche cattedrali nascoste che si diramano sotto il centro abitato. Veri e propri capolavori di ingegneria e architettura enologica accolgono milioni di bottiglie lasciate a fermentare alla temperatura costante di 12-14 gradi, in attesa di regalarci un vino nobile e pregiato.

Ma i tesori del Monferrato sono disseminati un po’ ovunque, difficile persino ricordarli tutti: dalla grande piazza di Moncalvo al Santuario di Crea, dal castello di Sannazzaro all’area archeologica di Libarna, dal museo diffuso di Cella Monte fino alle sorgenti termali di Acqui. Dal Belvedere di Ottiglio, uno dei tanti punti panoramici tra le colline, si abbraccia con lo sguardo il Monferrato degli infernot, piccole camere sotterranee scavate a mano nell’arenaria e prive di luce e areazione naturale. Questi ambienti, spesso anche impreziositi da decorazioni, mantengono temperatura e umidità costanti e rappresentano dunque luoghi ottimali per la conservazione del vino imbottigliato. Gli infernot sono frutto della tradizione popolare, vennero realizzati a partire dal XVII secolo grazie alla maestria della popolazione rurale e rappresentano oggi un importante patrimonio.


@ambri92

Percorrendo le strade del Monferrato si possono fare anche molte esperienze di Land Art: opere create nella natura e incastonate nel paesaggio sono disseminate nel territorio, decorano l’ambiente e sorprendono i visitatori. Tra le più fotografate ci sono le cappelle sconsacrate ricoperte da murales, le panchine giganti panoramiche e i pali colorati per le vigne trasformati in matitoni giganti.

Prelibatezze culinarie e prodotti tipici monferrini saranno il nostro “bottino” di oggi. Non possiamo certamente tornare a casa senza qualche bottiglia di barbera, una bella fetta di torta verde (con riso, erbette e uova), qualche di cardo gobbo da accompagnare alla bagna cauda piemontese, un pacchetto di biscotti krumiri e un vasetto di cugnà, deliziosa mostarda d’uva.


@lucamonze87

Non c’è alcun dubbio, la nostra destinazione di oggi ci ha regalato emozioni e sapori, arte e natura.
Torniamo alla Darbia, col panorama monferrino che brilla ancora negli angoli degli occhi.