A 500 anni dalla morte del grande genio del Rinascimento italiano, Milano ha ospitato eventi e manifestazioni per ricordare il suo rapporto speciale con Leonardo.
È un legame durato circa vent’anni quello tra il famoso Leonardo da Vinci, genio indiscusso del Rinascimento, e la città di Milano, fiorente centro culturale ed economico già all’epoca degli Sforza.
Fu Ludovico il Moro a chiamare alla sua corte questo creativo ed eclettico artista, giunto in città nel 1482 per mettere le sue competenze al servizio della famiglia mecenate. E le tracce che Leonardo ha lasciato a Milano sono molte, dal sistema di navigazione dei Navigli lombardi al Cenacolo nel Refettorio di Santa Maria delle Grazie, dal Ritratto di Musico al Codice Atlantico, conservati alla Pinacoteca Ambrosiana. Per non parlare delle sale del Castello Sforzesco e del progetto dell’enorme cavallo in bronzo, che il maestro non riuscì a portare a termine in sedici anni di lavoro.
È possibile immaginare un vero e proprio itinerario che ripercorra le tappe della presenza di Leonardo in città e, credetemi, non è per niente facile scegliere da dove cominciare...
Assolutamente imperdibile è il capolavoro dell’Ultima cena, uno straordinario dipinto che venne realizzato sulla parete della sala da pranzo dell’antico convento domenicano annesso alla chiesa di Santa Maria delle Grazie. Per questo lavoro Leonardo abbandonò il metodo tradizionale della pittura a fresco e raffigurò la scena sulla parete “a secco”, motivo per cui l’opera si deteriora con facilità e l’accesso dei visitatori è limitato. Davanti a questo dipinto imponente si scatenano, ancora a distanza di secoli, emozioni profonde.
Un altro dei luoghi simbolici della Milano leonardesca è sicuramente il Castello Sforzesco, all’interno del quale si trova la Sala delle Asse, l’ambiente più illustre di tutto il palazzo: intrecci di rami, nastri, frutti e radici sono le meravigliose decorazioni che rivelano tutta la sapienza di Leonardo come pittore scientifico.
Se poi vi capita di passare in Piazza della Scala, alzate gli occhi verso la solenne statua in marmo bianco che celebra il grande maestro, raffigurato con quell’aspetto austero che si addice proprio agli uomini di scienza.
Ma il luogo leonardesco che preferisco in assoluto è la cosiddetta «Vigna di Leonardo», un vero e proprio vigneto di 16 pertiche che il duca donò all’artista come omaggio alle sue mirabili opere milanesi. Ancora oggi questa straordinaria coltivazione si trova nel cuore della città, all’interno del cortile della Casa degli Atellani ed è possibile ammirarla attraverso una visita guidata. Il vitigno è stato identificato: si tratta di Malvasia di Candia Aromatica, uno dei più antichi, di origine greca, molto utilizzato nel Cinquecento.
E se vi pare che la coltivazione della vigna non sia roba seria, è bene ricordare che fu proprio Leonardo ad affermare che “molta felicità è agli uomini che nascono dove si trovano i vini buoni”. Direi di fidarci.
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