Golf, golf e ancora golf. Come non innamorarsi di questo sport, aristocratico ed elegante, antico ed ecologico, fatto di sana lentezza e geniale strategia?
Mi destreggio ancora un po’ impacciata tra legni, ferri e putter. Mi muovo tra bunker e fairway, mi alleno a migliorare lo swing, parto dal tee per poi scivolare su un verde e morbido green, accompagnando dolcemente la palla in buca. Mi diverto e mi rilasso, insieme ad amici più esperti di me che si sono offerti di insegnarmi questo sport aristocratico.
Naturalmente, l’avrete capito, sto parlando del golf… disciplina di grande tendenza. È tutto un fiorire di campi e club intorno ai nostri laghi: chi vuole praticare questo nobile gioco non ha che l’imbarazzo della scelta, tra panorami suggestivi e circoli moderni ed attrezzati.
In un ambiente naturale incontaminato, tra boschi di querce e larici secolari, sulle colline sopra Stresa, il Golf Des Iles Borromées vanta una strepitosa vista panoramica che spazia dal Lago Maggiore alle Alpi del Sempione fino alla Svizzera. Un percorso da 18 buche si snoda tra dislivelli e ostacoli naturali, regalando momenti di autentica serenità. Tra i servizi più apprezzati che la struttura può offrire ai suoi frequentatori, ricordiamo un attrezzato campo pratica, un putting green curatissimo, un servizio di noleggio carrelli e sacche, un rifornito pro-shop.
Anche il Golf di Bogogno sorge in una posizione strategica, tra gli incantevoli panorami del Lago Maggiore e il vicino aeroporto di Milano-Malpensa. Il progetto del campo è stato firmato dall’architetto Robert Von Hagge: sua l’idea di interpretare i diversi ostacoli come dei veri e propri messaggi visivi per suggerire la tattica di gioco più adatta. Il disegno del percorso «Conte», incorniciato dalle cime del Monte Rosa, ricorda un link course, tra grandi spazi aperti e zone pianeggianti, mentre il percorso «Bonora» si snoda in un’ampia zona collinare circondata da una natura selvaggia, con gli scorci tipici del Parco del Ticino.
Tra i più antichi campi da golf italiani, il Golf Club Castelconturbia, fondato nel 1898 nei pressi di un castello seicentesco, appartiene anch’esso ad un contesto naturale incantevole. L’origine di questo circolo si deve alla passione per il golf del conte Gaspar Voli – innamorato di questa disciplina anche a seguito dei suoi frequenti viaggi in Scozia – che riuscì a convincere il conte Avogadro di Collobiano a costruire un percorso di nove buche nella sua tenuta. Il campo, frequentato anche dai membri di casa Savoia, è stato più volte riprogettato e risistemato, fino alla realizzazione dei tre percorsi attuali.
Concludo la mia rassegna, ricordando il Golf Alpino di Stresa, uno dei campi più rinomati e importanti d’Italia, caratterizzato dalla presenza di ottimi giocatori professionisti e da un percorso che si protende su una terrazza naturale alle pendici del Mottarone. Realizzato nel 1924, grazie alla progettazione dell’architetto Peter Gannon e all’abile direzione del maestro Pasquali, il Club ha dato vita al primo Open d’Italia e ha ospitato, nel corso della sua prestigiosa storia, gare nazionali e internazionali. La club house è il cuore pulsante della struttura , che viene ricordata anche per un forte spirito di accoglienza e per un percorso vario e suggestivo.
Nobile e sofisticato, il golf ha sempre trasmesso l’idea di sport raffinato ed elitario, anche se non rappresenta solo una disciplina agonistica. Esso riassume in sé esercizio fisico e capacità di concentrazione, ricerca dello swing perfetto e occasione di sintonia con la natura. Mi sembra sano e saggio, in questi tempi difficili, abbandonarci, almeno per qualche ora, ad un’esperienza green, una vera scuola serenità.